3 Conservazione Passiva : Fattori Ambientali, Trattamento e Stoccaggio

3.1 Acqua/umidità
3.2 Temperatura
3.3 Condizioni climatiche dell’archivio
3.4 Deformazione meccanica
3.5 Polvere, corpi estranei, inquinamento dell’aria
3.6 Luce, radiazioni ultraviolette e raggi x
3.7 Campi magnetici parassiti

Ogni sezione copre i vari tipi di supporto (meccanico, magnetico, ottico e solido)

 

3.1 Acqua/umidità

L’acqua è il più grande nemico naturale di tutti i supporti audiovisivi in quanto influenza direttamente e indirettamente la stabilità del supporto a livello chimico. Questo avviene tramite idrolisi e tramite l’ossidazione di vari componenti del supporto, oltre che per la dissoluzione di alcuni materiali che compongono il supporto.

3.1.1 Idrolisi. L’idrolisi è una reazione chimica che ha come protagonista l’acqua, che è onnipresente sotto forma di umidità nell’aria. Alcuni polimeri sono inclini all’idrolisi. Gli ioni acidi e metallici assumono il ruolo di catalizzatori di questo tipo di processo. La reazione muta le originali proprietà chimiche e fisiche del polimero, e spesso produce un sottoprodotto che agisce da auto-catalizzatore, potenziando così il processo distruttivo. Alcuni processi idrolitici sono parzialmente reversibili, altri invece no.

3.1.1.1 Sindrome acetica. La cosiddetta e ben nota sindrome acetica (vinegar syndrome) è un deterioramento dei polimeri per effetto dell’idrolisi. Questo processo, che deteriora l’acetato di cellulosa in maniera irreparabile, è stato osservato per la prima volta verso la fine degli anni quaranta. Tuttavia ha iniziato a verificarsi più frequentemente dagli anni ottanta, in particolare negli archivi di nastri che si trovano in zone con clima tropicale. L’acido acetico è una delle sostanze prodotte dall’idrolisi dell’acetato di cellulosa, che agisce da auto-catalizzatore, accelerando così la reazione chimica. A causa del suo odore, è diventato noto come sindrome acetica. Con l’avanzamento di questo processo, i nastri affetti dalla sindrome acetica perdono la loro struttura e diventano irriproducibili.

I nastri magnetici audio a base di acetato di cellulosa sono particolarmente a rischio a causa delle proprietà catalitiche del metallo, presente sotto forma di ossido di ferro nel pigmento magnetico. Anche le audiocassette in acetato di cellulosa ne possono essere affette, ma grazie alla loro massa subcritica non arrivano al livello disastroso delle pellicole. A parte l’odore, le strisce reattive per la misurazione dell’acidità aiutano nel monitorare questo processo. L’idrolisi dell’acetato di cellulosa è un processo non reversibile.

3.1.1.2 Degrado del legante dei pigmenti. Anche alcuni leganti usati nei moderni nastri magnetici (2.2.1.1.2.) sono inclini all’idrolisi, e a causa di questo processo i nastri diventano appiccicosi. Dato che i sintomi di questo tipo di idrolisi sono reversibili fino a un certo punto, esponendo tali nastri ad una bassa umidità o ad alte temperature, o una combinazione delle due, i supporti possono essere restaurati in modo da poterli ancora riprodurre. Per dettagli vedi IASA – TC04, 5.4.3.3. Tuttavia, recenti ricerche hanno rivelato che l’idrolisi del legante è solo una delle varie cause della così detta sticky shed syndrome, anche conosciuta come sindrome del nastro colloso (2.2.1.1.2).

3.1.2 Contatto diretto con l’acqua. Il contatto diretto con l’acqua rappresenta un pericolo solo per alcuni tipi di dischi istantanei, come quelli a base di gelatina, cartone, etc. e per gli hard disk. Per gli altri supporti l’acqua non è di per sé nociva purché il contatto sia breve. Subito dopo il contatto con l’acqua i supporti dovranno essere puliti e asciugati completamente. In effetti, quando si preparano i dischi in vinile o in gommalacca per essere riprodotti, è consigliato pulirli con acqua demineralizzata utilizzando una speciale macchina lavadischi (IASA – TC 04, 5.2.3, 5.3.3).

Il problema principale che si presenta quando i supporti entrano in contatto con un flusso d’acqua è la sfida logistica del pulire e asciugare i supporti contaminati, in modo particolare le cassette a nastro magnetico. Un altro problema è rappresentato dalla separazione dei supporti dai materiali in carta o cartoncino, come per esempio le copertine degli LP, che occorre asciugare prima che si formi la muffa. In alcuni casi, la liofilizzazione sottovuoto (vacuum freeze drying), tecnica sviluppata con successo al fine di salvare materiali a base di carta, come libri, ecc., potrebbe essere l’unica possibilità per salvaguardare i materiali in carta e cartoncino che accompagnano i supporti audiovisivi. L’applicabilità ai supporti audiovisivi, specialmente per i nastri magnetici, tutt’ora non è stata sufficientemente studiata (per la prevenzione vedi 4.2).

3.1.3 Ossidazione. L’ossidazione è un’altra reazione chimica innescata dall’acqua. È una potenziale minaccia per i pigmenti magnetici costituiti da particelle di metallo puro non-inossidabile utilizzati soprattutto per le cassette IEC IV, per R-DAT e per la maggior parte dei formati video digitali (2.2.1.1.1.2.). L’ossidazione colpisce anche gli strati riflettenti dei dischi ottici, tranne quelli in oro.

3.1.4. Effetti sulle dimensioni. L’umidità ha effetti anche sulle dimensioni dei materiali usati come componenti dei supporti audio-video. Per quanto riguarda i nastri in acetato di cellulosa, il coefficiente di espansione dovuto all’umidità è stimato essere 15 volte maggiore di quello dei nastri a base di poliestere16. Un cambiamento notevole delle dimensioni deve essere preso in considerazione anche per vari altri materiali usati nei dischi istantanei, come il cartoncino, la gelatina e la lacca.

3.1.5. Effetti indiretti tramite il biodegrado. L’acqua causa il biodegrado, nello specifico la muffa (la crescita di funghi), che si verifica in seguito all’esposizione prolungata a umidità relativamente alte (UR o HR) del 70% o più. Nel mondo sono presenti ovunque muffe di vario tipo che hanno effetti su quasi tutti i tipi di supporti audiovisivi. La muffa “mangia” la superficie dei supporti analogici meccanici, e questo porta ad un eccessivo rumore di superficie (problema particolare dei cilindri in cera). La muffa cresce sugli strati di pigmento dei nastri magnetici, e rende la riproduzione spesso difficile o addirittura in alcuni casi impossibile. La muffa colpisce anche i CD, rendendoli irriproducibili. La prevenzione chimica della muffa deve essere considerata un’ultima spiaggia. Interazioni chimiche sfavorevoli, in particolare con le varietà di leganti di pigmento magnetico esistenti, non possono mai essere del tutto escluse. Il trattamento chimico può inoltre anche mettere a rischio la salute del personale dell’archivio.

A causa del potenziale effetto negativo che la muffa può avere sui supporti, sia direttamente che indirettamente, essa deve essere prevenuta mantenendo i nastri in luoghi a bassa umidità relativa. Qualsiasi contatto con l’acqua, anche se di principio ammissibile, deve essere ridotto al minimo.

3.1.6 Interrelazione fra umidità e temperatura. Si noti che l’umidità relativa e la temperatura sono collegate fra loro (per maggiori dettagli vedi 3.2.3).


16. FIAF 1986, 11.1.1.2.

3.2 Temperatura

3.2.1 Effetti fisici

3.2.1.1 Effetti sulle dimensioni. La temperatura ha effetti sulle dimensioni dei materiali: generalmente, i supporti si espandono quando la temperatura aumenta e si restringono quando diminuisce. Questo vale anche per i nastri. I supporti in poliestere hanno il più basso coefficiente di dilatazione termica, mentre quelli in acetato di cellulosa hanno un coefficiente 3 volte più alto.

Nei nastri di acetato di cellulosa e quelli di PVC la temperatura porta ad allentare i nastri se la temperatura si alza e a restringerli se si abbassa. Nelle pellicole a base di PET, tuttavia, si presenta un’anomalia: queste pellicole sono pre-tensionate, e ciò causa un aumento del coefficiente di dilatazione termica dello spessore significativamente superiore rispetto a quello della lunghezza. Per cui i nastri avvolti a base di PET si “gonfiano” con le temperature alte (ogni strato di nastro si ispessisce) e questo fenomeno non viene compensato da un allungamento. Ciò aumenta la tensione del nastro. Al contrario, quando la temperatura scende, i nastri in PET si allentano.

A causa di questo effetto, per i nastri in PVC e in acetato di cellulosa, quando cambiano le condizioni climatiche dello stoccaggio, sono da prevedere dei criteri di rilassamento diversi da quelli previsti per i nastri in PET (3.2.4).

I mutamenti delle dimensioni sono particolarmente pericolosi per i dischi acetati. Il substrato di metallo o di vetro ha un coefficiente di dilatazione termica diverso da quello del fragile rivestimento di acetato. Perciò un cambio della temperatura potrebbe scatenare delle crepe nello strato acetato.

A causa di questi svantaggi e potenziali minacce, in particolare per quanto riguarda i nastri e i dischi acetati, la stabilità della temperatura è più importante del valore assoluto che viene scelto (vedi 3.3).

3.2.1.2 Effetti irreversibili sui polimeri. Le elevate temperature hanno un effetto irreversibile su alcuni polimeri che vengono usati come componenti dei supporti audiovisivi. Se vengono riscaldati oltre certe temperature, le loro proprietà mutano e non possono essere ripristinate riabbassando nuovamente la temperatura. Le soglie della temperatura variano molto a seconda del tipo di materiale, ma si può dire che le temperature fino a 35°C non hanno effetti immediati irreversibili, né portano ad un deterioramento dei supporti audiovisivi correntemente in uso.

3.2.1.3 Materiali termoplastici. Questo gruppo di polimeri si ammorbidisce con le alte temperature. Questi polimeri vengono usati nella produzione di contenitori, custodie di cassette, etc. Qualora tali materiali fossero inavvertitamente esposti ad alte temperature (anche solo alla luce del sole) essi potrebbero deformarsi irreversibilmente. Questa è anche una minaccia per i dischi in vinile.

3.2.1.4 L'effetto copia (Print-through). La temperatura influenza l’effetto copia sui nastri magnetici: l’aumento dell’effetto copia nel tempo è più alto quando la temperatura è più elevata, e più basso quando la temperatura è più bassa.

3.2.1.5 Punto di Curie. La stabilità magnetica (coercitività) dipende dalla temperatura e viene persa quando si raggiunge o si supera il punto di Curie. Il punto di Curie più basso è di 128°C e vale per il CrO2, cioè nei pigmenti magnetici più diffusi, mentre il punto di Curie del ferro e dell’ossido di ferro è oltre i 300°C. Tuttavia, questo fenomeno viene sfruttato in maniera positiva nelle registrazioni magneto-ottiche (2.3.1.4).

3.2.1.6 Gamma di temperature. Al fine di allungarne la durata di conservazione, il materiale fotografico viene spesso conservato a temperature sotto il punto di congelamento. Per quanto riguarda i nastri magnetici la conservazione al freddo è sconsigliata perché alcuni lubrificanti, anche se non tutti, trasudano a temperature sotto gli 8°C (2.2.1.1.1.4). Come limite massimo di temperatura, non si dovrebbero superare i 35°C (3.2.1.2). Entro questa gamma la temperatura ha effetti solo sulle dimensioni fisiche dei supporti e sulla velocità dei processi chimici.

3.2.2 Effetti chimici indiretti. La temperatura determina la velocità dei processi chimici e perciò anche l’invecchiamento e il deterioramento dei supporti. Tenendo presente i limiti definiti in 3.2.1.6, si può dire che, come regola generale, la velocità dei processi chimici raddoppia quando la temperatura aumenta di 10°C, o al contrario la velocità dell’invecchiamento viene rallentata del 50% quando la temperatura si abbassa di 10°C. Si ottiene così un raddoppio della durata di conservazione dei supporti.

3.2.3 Interrelazione fra umidità e temperatura. La temperatura determina la quantità assoluta di acqua che l’aria può contenere sotto forma di gas (vapore acqueo). Più alta è la temperatura più grande è la quantità di vapore che l’aria può contenere, mentre a temperature più basse il contenuto è inferiore. Se un ambiente viene raffreddato senza deumidificare l’aria allo stesso tempo, l’umidità relativa sale finché non si raggiunge il 100% di UR. A questa temperatura, chiamata punto di condensazione, il vapore acqueo in eccesso si condensa sotto forma di acqua sulle superfici più fredde (vedi figura 30). Perciò l’aria condizionata deve tenere sotto controllo entrambi i parametri simultaneamente (vedi 4.3). La maggior parte degli impianti di aria condizionata usati comunemente non deumidifica l’aria a sufficienza, e così facendo alza inavvertitamente l’umidità relativa. In questo modo, i supporti sono più a rischio, vanificando i benefici arrecati dalla temperatura più bassa.

3.2.4 Cambiamenti di temperatura/umidità. Come già accennato al punto 3.2.1.1, i cambiamenti di temperatura/umidità possono essere più pericolosi di valori stabili non ottimali. Cambiamenti di temperatura, ma anche di umidità, provocano mutazioni delle dimensioni e ciò causa una tensione inutile nei supporti. I più a rischio sono i dischi di vari materiali (per esempio, i dischi acetati, e anche i nastri magnetici, in particolare quelli con formati ad alta densità a scansione elicoidale). Un altro pericolo è costituito dalla possibilità che si formi della condensa quando i supporti freddi vengono spostati in un ambiente caldo.

Di conseguenza, gli ambienti di stoccaggio permanenti dovrebbero essere progettati in modo da subire minimi cambiamenti di temperatura e umidità. Durante il trasporto, i supporti dovrebbero essere protetti utilizzando una logistica corretta e dei contenitori adeguati (vedi 4.8). I cambiamenti di lunga durata dei parametri climatici richiedono periodi di ‘acclimatamento a fasi’. Per tutti i materiali, tranne i dischi in acetato, il gradiente di temperatura non dovrebbe eccedere i 3°C e il gradiente dell’umidità relativa non dovrebbe eccedere il 5% nell’arco di 24 ore. Inoltre, per rimediare ai mutamenti di tensione causati da cambiamenti di temperatura (3.2.1.1), i nastri devono essere riavvolti: è necessario prestare particolare attenzione ai supporti in acetato di cellulosa e PVC quando si spostano in luoghi di stoccaggio più freddi, e ai nastri in PET e PEN in luoghi di stoccaggio più caldi. I dischi in acetato sono a rischio in entrambi i casi per via della possibile formazione di crepe dovuta alla differenza tra i coefficienti di espansione del rivestimento e del substrato. Perciò, tali spostamenti dovrebbero essere ridotti al minimo e dovrebbero essere accompagnati da lunghi periodi di ‘acclimatamento a fasi’ della durata di vari giorni.

Il pericolo di condensazione quando supporti freddi vengono trasportati in ambienti più caldi non deve essere sottovalutato. È auspicabile una corretta e sufficiente esposizione all’aria finché la temperatura del supporto non si sia stabilizzata.

3.3 Conclusioni riguardo la scelta delle condizioni climatiche dell’archivio

Sulla base di quanto detto finora, risulta chiaro che la scelta delle condizioni di stoccaggio è determinata principalmente da due principi in conflitto fra loro: mantenere bassa l’umidità e la temperatura (al fine di ritardare il deterioramento chimico), ed evitare i cambiamenti climatici (al fine di prevenire la condensazione e per ridurre al minimo la tensione meccanica, soprattutto per i nastri e i dischi in acetato).

I valori massimi e minimi da mantenere sono:

Umidità Valore massimo assoluto per lunghi periodi di esposizione 60% UR
Minimo 25% UR
Temperatura Valore massimo assoluto 35°C
Minimo 8°C per nastri magnetici

Come già spiegato, precisi valori tra questi massimi e minimi non hanno nessun effetto positivo o negativo a breve termine. Tuttavia, a medio e lungo termine essi determinano la durata di conservazione dei supporti. Comunque sia, la cosa più importante è la stabilità delle condizioni climatiche prescelte (3.2.1.1, 3.2.3 e 3.2.4).

Per quanto riguarda lo stoccaggio, sono stati definiti i seguenti modelli:

Gamma di umidità Media 40-50% UR
Bassa 25-35% UR
Variabilitài Stretta ± 3%UR
Massima± 5%UR
Temperatura
(valori medi)
Ambienteii ~20°C
Freddo Fra 8 e12°C
Variabilitàiii Stretta± 1°C
Massima± 3°C

i. Sono concesse delle variazioni in prossimità dei valori medi purché siano deviazioni poco frequenti e annuali.
ii. Questo valore medio relativo alla temperatura dell’ambiente riflette la situazione delle zone con clima mite e non è necessariamente obbligatorio per i paesi tropicali. In questi paesi, potrebbe essere prudente scegliere un valore medio più alto (ad esempio 25°C) e invece investire ciò che si risparmia di energia in una deumidificazione efficiente. Questo migliorerebbe anche il benessere del personale dell’archivio, che generalmente potrebbe trovare inaccettabili le condizioni di lavoro nei paesi del primo mondo.
iii. Sono concesse delle variazioni purché siano deviazioni poco frequenti (annuali).

Nota bene: Le gamme di temperatura/umidità e la variabilità non devono essere sommate. Il valore medio
prescelto deve essere mantenuto entro la variabilità concessa.

Condizioni di archivio consigliate

Collezioni Umidità Variabilità Temperatura Variabilità
Archivio di lavoro:
- Nastri usati frequentemente
- Supporti meccanici e ottici (tranne
i dischi acetati)
Bassa
Media
 Stretta Massima Ambiente
Ambiente
Stretta Massima
Preservation storage
- Raccolte di nastri
- Supporti meccanici e ottici (tranne
i dischi acetati)
Bassa
Da Media a bassa
Stretta Massima Freddo
Da ambiente
a freddo
Stretta Massima
Archivio di lavoro e di
conservazione per dischi acetati
Media Stretta Ambiente Stretta

Le condizioni climatiche degli studi di riproduzione e dei laboratori devono essere le stesse di quelle dello stoccaggio, o perlomeno molto simili. Quando è possibile, l’uso dei supporti (ad esempio nelle ispezioni di routine) conservati al freddo e a bassa umidità deve svolgersi in loco. Altrimenti, i supporti devono essere adeguatamente acclimatati.

La scelta di certi valori di umidità e temperatura è sempre un compromesso tra l’accessibilità, il comfort e la salute degli operatori da un lato, e i costi dall’altro. Si noti inoltre che anche i valori più bassi possibili non prevengono, ma ritardano solamente il deterioramento. Perciò, gli archivi devono scegliere i parametri che sono in grado di mantenere 24 ore al giorno per tutti i giorni dell’anno. Purché si rimanga entro le gamme delineate, la stabilità è più importante dei valori assoluti di temperatura e umidità.

3.4 Deformazione meccanica

La deformazione meccanica è un rischio enorme che riguarda tutti i tipi di supporto audiovisivi.

3.4.1 Supporti meccanici

È necessario prestare particolare attenzione quando i supporti fragili (cilindri, dischi in gommalacca) vengono maneggiati o trasportati. Bisogna avere estrema cura quando i cilindri vengono montati su un apparecchio di riproduzione provvisto di mandrini. Quando i cilindri vengono montati con una pressione troppo alta, delle crepe invisibili potrebbero causarne l’esplosione. Inoltre, è sconsigliato riporre i cilindri su degli scaffali mobili. Il modo migliore per proteggerli durante il trasporto è imballarli stretti e riporli dentro a dei contenitori in grado di assorbire eventuali colpi.

Tutti i supporti meccanici tendono a subire danni sulla loro superficie, e questi causano difetti udibili (click, crackle, fruscii etc.). Inoltre, l’informazione contenuta nei solchi è particolarmente a rischio quando si usano dispositivi meccanici regolati male oppure quando si utilizzano puntine inadatte. In entrambi i casi i danni causati sono considerevoli (IASA-TC04, 5.2 E 5.3).

A causa di questa predisposizione ai danni fisici che caratterizza i supporti meccanici, è necessario che chi li maneggia abbia doti manuali e una formazione speciale.

3.4.2 Supporti magnetici

3.4.2.1 Nastri magnetici. L’integrità meccanica dei nastri magnetici è un fattore che spesso viene sottovalutato quando si pensa alla loro conservazione. Al fine di ridurre la tensione, in particolare nel caso dei fragili nastri in acetato di cellulosa e per tutti i tipi di nastri sottili, il trattamento dei nastri deve essere ottimizzato usando apparecchi di ultima generazione per la riproduzione. Tali apparecchi applicano una minore tensione sul nastro mentre forniscono lo stesso contatto ravvicinato fra nastro e testina, e permettono il riavvolgimento a velocità relativamente basse (metodo “library wind”).

La cosa più importante è conservare tutti i nastri su bobine e cassette riavvolti in maniera piatta e uniforme, poiché qualsiasi nastro riavvolto “a scalini” causerà l’arricciamento dei bordi del nastro stesso. Generalmente, uno dei due bordi del nastro viene usato come riferimento quando si guida il nastro nella macchina di riproduzione, specialmente in quelle a testina rotante. I bordi deformati fanno muovere il nastro in verticale, e questo causa vari difetti durante la riproduzione, come l’oscillazione del bilanciamento stereo nell’audio, o un tremolio a causa di problemi di tracking nel caso delle registrazioni video. Un avvolgimento piatto si può ottenere facilmente mandando il nastro avanti fino alla fine, e poi riavvolgendolo completamente in una sola volta a velocità ridotta. Le macchine che non sono in grado di produrre un avvolgimento piatto devono essere revisionate o sostituite. Tuttavia, alcuni nastri potrebbero comunque rifiutare un avvolgimento piatto anche a velocità ridotte. In questi casi, il nastro deve essere riprodotto ad alta velocità per ottenere un avvolgimento piatto.


Figura 21: nastro riavvolto prima della sua fine. Il gradino evidenziato causerà una deformazione in questo punto del nastro. Per assicurare un avvolgimento piatto, cassette e nastri devono essere riavvolti per tutta la loro lunghezza.


Figura 22: Un avvolgimento irregolare causa la def
ormazione dei bordi del nastro.

Figura 23: “Windowing”. Un intervento manuale potrebbe essere necessario per ottenere un avvolgimento piatto senza danneggiare il nastro con lo sfregamento causato dallo scivolamento del nastro.

Le flange di plastica e le bobine di metallo devono essere completamente piatte per evitare di toccare il nastro mentre lo si riproduce e in particolare durante l’avvolgimento rapido. Inoltre, le guide del nastro devono essere regolate per assicurarsi che questo sia avvolto al centro della bobina, evitando così di comprimerlo verso una delle due flange. Le fessure nelle bobine, usate per fissare la parte iniziale del nastro, hanno spesso causato delle deformazioni permanenti dopo molti anni in archivio. Le bobine deformate devono essere sostituite, preferibilmente con delle bobine senza fessure. I segni lasciati da queste fessure possono essere rimossi posizionando diversamente la parte iniziale del nastro nella fessura della bobina. Tuttavia sarebbe necessario un riposizionamento regolare per evitare nuove deformazioni.

L’uso di nuclei senza flange ha inizio con l’originale “Magnetophon” tedesco negli anni ’30, dopodiché si è continuato ad usarli negli studi e nelle radio dell’Europa continentale e dell’Est. Il loro uso prevede l’impiego di nastri con il retro opacizzato, di macchine con un adeguato controllo della tensione esercitata sul nastro in tutte le operazioni, e soprattutto bisogna maneggiarli in maniera attenta ed esperta. Questi nastri sono avvolti liberamente, e vengono conservati sui loro nuclei, fissati al centro del contenitore.

Tuttavia, può succedere che il tutto si rompa, a causa della pressione esercitata sul nucleo oppure a causa di un avvolgimento allentato (vedi figura 11). Il ripristino dell’avvolgimento del nastro richiede abilità manuale e pazienza. Dei dispositivi speciali, chiamati “Wickelretter”, sono dotati di nuclei con dei cardini divisi in sezioni che possono essere spostati verso l’interno del nastro riavvolto e poi rispostati verso l’esterno per tenere il nastro mentre viene lentamente riavvolto su una nuova bobina.


Figura 24: “Wickelretter”. Un dispositivo che assiste nel salvataggio di nastri che si sono separati dal nucleo.

Quando i nastri in acetato di cellulosa diventano fragili, spesso tendono ad “uscire” dal pacco compatto piatto durante l’avvolgimento rapido. Dunque è una saggia precauzione avvolgerli su una bobina.

Per quanto riguarda le cassette, il processo di caricamento e scaricamento costituisce uno stress notevole sul nastro, e dopo decine di volte che si compiono queste azioni il nastro perde notevoli quantità di dati. Inoltre, dei meccanismi mal funzionanti potrebbero far inceppare o danneggiare il nastro, se non distruggerlo completamente. Di conseguenza, le cassette devono essere caricate e scaricate solamente nelle parti non registrate, all’inizio o alla fine del nastro. In questo modo, i nastri che si inceppano possono essere recuperati tagliando via la parte danneggiata ed evitando così di perdere materiale registrato. Perciò, quando si registra un programma su una cassetta, è bene lasciare uno spazio vuoto sufficientemente grande all’inizio e alla fine del nastro, in modo da poterlo usare quando la si carica.

Le testine e le guide del nastro devono essere pulite regolarmente (almeno una volta al giorno) usando strumenti adeguati per evitare di danneggiare le testine o le guide stesse. Tali danni graffierebbero la superficie dei nastri, e questo metterebbe a rischio la loro stabilità chimica (2.2.1.1.3).

3.4.2.2 Hard disk. Generalmente, gli hard disk non dovrebbero subire scosse o urti a causa dei loro componenti mobili. Inoltre, si deve notare che è più probabile che i danni dovuti agli urti avvengano quando l’hard disk è operativo, di quando non lo è, ovvero quando la testina è riposta al sicuro ed è lontana dalla superficie del disco rigido. I registratori provvisti di hard disk devono sempre essere maneggiati con estrema cura, particolarmente durante la registrazione e la riproduzione.

3.4.3 Dischi ottici

I dischi ottici devono essere protetti da danni meccanici o graffi. I graffi sulla superficie leggibile ostruiranno e/o devieranno il raggio laser, mentre uno strato protettivo danneggiato nei CD o nei BD metterà a rischio l’integrità chimica dello strato riflettente. È possibile scrivere sullo strato protettivo (il lato con l’etichetta) e comunque usando speciali pennarelli per CD. Non si devono usare i pennarelli normali perché i solventi contenuti in essi potrebbero dissolvere lo strato protettivo. Se si scrive sui CD usando matite a punte dure oppure penne biro si potrebbero alterare i dati. Si deve evitare di piegare i dischi ottici, poiché questo potrebbe spaccare lo strato riflettente. Di conseguenza, quando si stacca un disco ottico dal morsetto che lo tiene al centro, questo va fatto con due mani: una per aprire il meccanismo che lo tiene e l’altra per rimuovere il disco.

3.4.4 Supporti a stato solido

L’esperienza ci insegna che i supporti a stato solido hanno una certa resistenza contro gli urti, ad esempio quando cadono a terra. Tuttavia, si deve tenere a mente che a causa della loro struttura microscopica, alcuni traumi (come ad esempio quando si piega una chiavetta di memoria in tasca) potrebbero causare la loro distruzione.

3.5 Polvere, corpi estranei, inquinamento (dell’aria) e parassiti

3.5.1 Effetti. La polvere e i corpi estranei hanno numerosi effetti sui supporti audio/video: nei supporti meccanici causano deviazioni della puntina e il risultato sono dei difetti udibili (click). Nei nastri magnetici, la polvere e i corpi estranei possono ostruire la testina e impedire il contatto ravvicinato fra la testina e il nastro. Questo comporta per l’audio una perdita delle alte frequenze, e nel video una rapida interruzione del segnale. Nei dischi ottici, il laser viene ostruito, il che può portare a errori impossibili da correggere, fino alla perdita completa dell’audio.


Figura 25: Proporzione tra corpi estranei di diversa dimensione che ostruiscono il contatto ravvicinato fra la testina e il nastro.

3.5.2 Origine e prevenzione. La polvere inquinante più diffusa è quella minerale. Questo è un problema tipico dei paesi aridi. Gli archivi in tali siti devono essere attrezzati di porte e finestre a tenuta stagna, e potrebbero essere più sicuri aggiungendo camere di compensazione agli ingressi. Un altro genere di inquinante negli ambienti urbani è costituito dalle particelle di tessuto. Perciò i pavimenti di moquette, così diffusi negli uffici degli anni settanta, devono essere assolutamente vietati nell’intero archivio di audiovisivi. I pavimenti dovrebbero essere di cemento laccato oppure coperto o sigillato con materiali chimicamente inerti, oppure di pietra non abrasiva. Il pavimento dovrebbe essere di un colore che permetta di vedere la polvere in modo che non si mimetizzi. Il modo migliore per prevenire l’accumulo di polvere è di usare dei filtri nell’aria condizionata. Inoltre, una pressione leggermente più alta negli archivi e nei laboratori impedisce alla polvere di penetrare nelle zone delicate spingendo l’aria verso l’esterno dell’edificio.

Ridurre la polvere negli archivi e negli ambienti in cui si maneggiano i supporti è una misura generale, ma la protezione dei singoli supporti deve essere in linea con le considerazioni espresse al punto 4.7. Persino con buone condizioni generali, il rischio residuo dell’intrusione della polvere deve essere ridotto al minimo facendo sì che il tempo che i supporti passano al di fuori dei propri contenitori sia il più breve possibile. Gli LP dovrebbero essere conservati con le aperture della copertina esterna ed interna in posizioni diverse. In assenza di un disco, il vassoio di caricamento dei lettori di dischi ottici deve essere tenuto chiuso per prevenire depositi di polvere che contaminerebbero i dischi.

Le impronte digitali peggiorano i problemi causati dalla polvere, poiché fanno da colla per la polvere e alimentano i funghi e la muffa. È assolutamente vietato toccare le superfici riproducibili a mani nude; si consiglia fermamente l’uso di guanti privi di pelucchi. È richiesta un’attenzione particolare quando si rimuovono i dischi analogici dalle loro copertine e quando vi si reinseriscono, poiché bisogna evitare di toccare la parte incisa. Anche capovolgere i dischi richiede abilità manuale e addestramento.



Figure 26 e 27: Come tenere in mano un disco senza toccare la parte incisa.

Il cibo e le bevande, in particolare le bibite zuccherose, sono una minaccia enorme per tutti i supporti, in particolare per le cassette a nastro magnetico. Perciò è assolutamente vietato bere e mangiare in tutte le stanze dove si conservano o si maneggiano supporti audio/video.

Nel caso dei nastri magnetici, ci sono anche dei problemi che provengono da dentro il nastro stesso: abrasioni a secco (soprattutto con i vecchi nastri in acetato di cellulosa), trasudazioni di lubrificanti e strisciate provenienti da nastri idrolizzati costituiscono enormi ostruzioni alla riproduzione dei nastri. Tali nastri necessitano un trattamento e una pulizia prima di essere riprodotti (IASA-TC 04, 5.4.3).

3.5.3 Inquinamento dell’aria. L’aria inquinata da emissioni industriali gassose può rovinare i supporti in vari modi. Ci sono indicatori che lasciano intendere che l’inquinamento eccessivo prodotto dagli scarichi industriali possa avere un effetto dannoso sulle condizioni dei nastri magnetici17. Si potrebbe ritenere d’altra parte che un ambiente impostato secondo standard moderni e rispettoso della salute dell’uomo, nell’immediato non sarebbe dannoso per i supporti audiovisivi. In caso di vicinanza di un archivio a una zona industriale, comunque, sarebbe saggio prevedere un adeguato sistema di filtraggio dell’aria. Per di più, l’esposizione di materiali alle esalazioni derivanti da ristrutturazioni come tinteggiature o collanti deve essere seriamente tenuta in conto e devono essere prese misure appropriate per evitare esposizioni (prolungate) a simili emissioni. Infine, occorre tenere presente i residui che il fumo del tabacco lascia sulle superfici dei supporti e degli apparecchi, e sulle lenti dei lettori dei dischi ottici. Questa è un’altra ragione, oltre al rischio di incendio, per bandire il fumo, specialmente in vista dei moderni formati ad alta densità di dati.

3.5.4 Parassiti. Le regioni tropicali, in particolare, subiscono la presenza di numerosi tipi di insetti e parassiti difficili da tenere lontani da laboratori e archivi. Generalmente, i più danneggiati sono i materiali cartacei abbinati a supporti audiovisivi, come le copertine degli LP e i testi annessi. Esiste anche l’attitudine di termiti e altri piccoli insetti di insinuarsi nelle audiocassette. Non c’è un sistema di prevenzione specifico, se non quello di tenere laboratori e archivi il più sigillati possibile. Bisogna considerare che sistemi di prevenzione di tipo chimico possono interagire con i supporti. La fumigazione, generalmente applicata negli archivi cartacei tropicali per combattere i parassiti della carta, è sconsigliabile perché non si conoscono ancora le possibili interazioni con i componenti dei supporti, specialmente quelli dei nastri magnetici.


17. Nastri video professionali della stessa partita furono immagazzinati alle stesse condizioni di temperatura/UR negli archivi della TV austriaca di Vienna e Lintz. I nastri di Lintz, una città industriale con considerevoli problemi di inquinamento dell’aria, subirono seri danni al legante dei pigmenti, i nastri di Vienna no. Benché il fenomeno sia stato indagato a fondo, non si è trovata una spiegazione soddisfacente.

3.6 Luce, radiazioni ultraviolette (UV), raggi X

3.6.1 La luce e le radiazioni ultraviolette provocano numerosi effetti dannosi sui supporti audiovisivi. Molti polimeri, ad es. PVC, si deteriorano con una esposizione alla luce prolungata o permanente. L’azione della luce è estremamente pericolosa per la vita dei dischi ottici registrabili (dye disc). Esperimenti hanno dimostrato che l’esposizione di tali dischi alla luce diurna – in special modo alla luce diretta del sole – li può rendere illeggibili entro poche settimane18. Non è stato dimostrato ciò che brevi esposizioni alla luce, in un arco di tempo di anni, possono causare ai dischi conservati nei loro contenitori in spazi d’archivio non bui. È bene comunque evitare qualsiasi esposizione inutile alla luce di tutti i supporti audio e video, e prestare particolare attenzione affinché sia impedita la luce diretta del sole, che provocherebbe anche un aumento della temperatura oltre i limiti di sicurezza.

Numerosi archivi di audiovisivi hanno installato sistemi di illuminazione a bassa emissione UV nei loro ambienti di stoccaggio. Questa è una saggia precauzione soprattutto negli archivi molto frequentati, dove le luci sono tenute accese a lungo o permanentemente.

3.6.2 Raggi X, gli stessi emessi dalle apparecchiature aeroportuali, a differenza che per le pellicole non sviluppate, non hanno alcun effetto sui supporti audio o video. Esperimenti hanno dimostrato che dosi altissime e letali, usate per decontaminare oggetti da batteri quali le spore di antrace, non danneggiano i segnali registrati. Non è noto, comunque, se e con quale entità un simile procedimento può influenzare l’aspettativa di vita futura dei materiali ad esso sottoposti.


18. Kunej 2001.

3.7 I campi magnetici parassiti

I campi magnetici parassiti sono il nemico naturale delle registrazioni magnetiche. La possibilità di deteriorarsi fino alla cancellazione completa dei segnali registrati magneticamente dipende dalla coercitività magnetica del materiale, cioè dalla resistenza di un dato materiale orientato magneticamente a riorientarsi. Ciò dipende anche dal tipo di rappresentazione del segnale o forma d’onda, soggetta a sensibilità variabile di cancellazioni parziali. La rappresentazione del segnale più vulnerabile è quella audio di tipo analogico. Questo succede anche alla traccia audio analogica dei nastri video. L’audio FM, tutti i video e tutte le rappresentazioni del segnale digitale sono più resistenti a distorsioni causate da campi magnetici. Di conseguenza, le soglie possibili di un campo magnetico sono date dalla rappresentazione del segnale audio.

3.7.1 Soglie dei campi magnetici

Per i pigmenti di ossido di ferro di media coercitività, come quelli usati specificamente per le registrazioni audio analogiche su bobina aperta (coercitività intorno ai 400 Oe), il massimo della tollerabilità stabilito è:

  5 Oe (= 400 A/m) AC (in corrente alternata)
25 Oe (=2000 A/m) DC (in corrente continua)

Queste soglie sono state stabilite al 50% di quei livelli per cui le influenze dei campi magnetici sui nastri pre-registrati sono diventate misurabili. I nastri metallici e al cromo hanno una coercitività maggiore.

 

3.7.2 Fonti di campi magnetici parassiti

I campi AC sono solitamente prodotti da motori a corrente alternata e da trasformatori. Le linee a corrente alternata non presentano campi esterni significanti finché i conduttori sono vicini (come accade normalmente). I campi DC sono irradiati da magneti permanenti. Contrariamente a quanto si teme, il campo magnetico sulla terra è troppo debole per influenzare la registrazione magnetica.

3.7.2.1 I pericoli tipici negli archivi audiovisivi. Le fonti di campi magnetici parassiti più pericolose generalmente presenti negli archivi audiovisivi sono i microfoni elettromagnetici, gli auricolari elettromagnetici, gli altoparlanti e gli strumenti a bobina mobile (misuratori di livello). Poiché la forza del campo decade notevolmente con la distanza, persino i campi più forti prodotti da questi dispositivi sono, a una distanza di 15 cm dai nastri registrati, molto al di sotto della suddetta soglia DC. Infine, gli smagnetizzatori, così come si usano per cancellare nastri audio e video analogici, hanno un campo magnetico estremamente forte e non devono essere usati dove si conservano o maneggiano nastri registrati. Quando si separano tali congegni dagli ambienti di gestione e stoccaggio, bisogna ricordarsi che le normali pareti non ostacolano i campi magnetici. Per i rischi associati al trasporto vedere il paragrafo 4.8.

3.7.2.1.1 Smagnetizzazione degli apparecchi di riproduzione. Al fine di prevenire danneggiamenti ai nastri registrati, tutte le guide metalliche e le testine devono essere smagnetizzate a intervalli regolari (quotidianamente, o almeno ogni 10 ore). I campi magnetici DC riducono il rapporto S/N e possono aumentare le distorsioni non lineari. Per evitare magnetizzazioni inavvertite, cacciaviti magnetici e altri attrezzi non devono essere usati nella manutenzione di apparecchi per la riproduzione di nastri magnetici. Anche i blocchi delle testine devono essere cambiati solo quando le macchine sono spente.

3.7.2.2 Rischi generali. Armadi con porte a chiusura magnetica e lavagne con adesivi magnetici devono essere evitati assolutamente poiché il minimo contatto imprevisto col nastro magnetico sarebbe dannoso. La forza del campo magnetico dei blocchi elettromagnetici delle porte tagliafuoco dovrebbe essere controllata. I motori elettrici che guidano scaffalature mobili e nastri trasportatori dovrebbero essere controllati, tanto quanto gli aspirapolvere usati nelle aree di deposito. Saldature elettriche non devono aver luogo in presenza di supporti magnetici: bisogna mantenere una distanza di almeno un metro. È consigliabile anche controllare la zona nelle immediate vicinanze dell’area di stoccaggio, poiché le mura non proteggono dai campi magnetici parassiti. Trasformatori e motori di ascensori potrebbero essere installati adiacenti alle parti esterne delle mura o trovarsi in un edificio confinante, nascosti alla vista, e generare campi magnetici. Per il trasporto dei nastri magnetici vedere 4.8.3.

3.7.2.3 Scaffalature metalliche. Contrariamente alle tante paure degli anni ’50, le scaffalature metalliche normalmente non sono pericolose per archiviare le registrazioni magnetiche. Bisogna aver cura nell’impedire che, se cade un fulmine, gli scaffali divengano inavvertitamente conduttori di corrente (3.7.2.4.1). In ogni caso la messa a terra delle scaffalature metalliche, come ampiamente richiesto dalle regole generali per la sicurezza, dovrebbe essere seriamente affrontata con degli specialisti. È molto improbabile che scaffali metallici rivelino un campo magnetico permanente. Se accade, probabilmente è dovuto all’uso di magneti durante la fabbricazione19.

3.7.2.4 Impulsi elettromagnetici (EMP o Electromagnetic pulses) sono brevissime e isolate scariche di radiazioni elettromagnetiche a banda larga molto forti. Benché il campo elettromagnetico di un EMP duri un tempo brevissimo, può essere molto potente e danneggiare il supporto dati in due modi: i supporti magnetici possono riorientarsi e quindi cancellarsi, mentre i supporti a stato solido possono essere distrutti dall’alto voltaggio indotto dal campo magnetico. Oltre al supporto dati, gli EMP artificiali particolarmente forti sono preoccupanti per il loro potenziale distruttivo nei confronti di hardware elettronici, installazioni elettriche e, originando incendi, interi edifici. Poiché i campi elettromagnetici si propagano alla velocità della luce, è impossibile prevenirli.

Ci sono diverse forme di EMP, naturali e artificiali, cioè prodotti dall’uomo. Nella preservazione degli audiovisivi, solo tre forme sono di particolare interesse: i fulmini, altre scariche elettrostatiche e gli EMP frutto di un’esplosione nucleare.

3.7.2.4.1 Fulmini. Benché non si sappia di danni provocati dai fulmini, non è detto che in qualche caso non sia accaduto e nessuno se ne sia accorto. Il campo magnetico emesso da un parafulmine o in generale da un conduttore colpito da un fulmine dipende dalla intensità della corrente generata dalla scarica e dalla distanza dal conduttore. I fulmini in zone dal clima temperato hanno una corrente media di circa 25-30 kA20 mentre nelle regioni tropicali si sono registrate scariche fino a 400 kA. Mentre per una corrente di 60 kA è sufficiente una distanza di 5 metri per ridurre il campo alla soglia di 25 Oe, la distanza necessaria per una scarica tropicale di 400 kA, affinché il campo magnetico generato dal fulmine rimanga entro la soglia sopra citata, dovrebbe essere di 33 metri. In un impianto parafulmine progettato correttamente, comunque, la scarica è deviata verso numerosi conduttori verticali separati, ciò permette di ripartire una parte della corrente totale su ciascun conduttore. Questo, in pratica, riduce la distanza di sicurezza richiesta fra il conduttore del fulmine e il supporto magnetico. Tutto deve essere fatto per impedire che le scaffalature metalliche, o le parti idrauliche, o il riscaldamento centrale, ecc., vengano a contatto con l’impianto del parafulmine in caso di scarica (3.7.2.3). Il progetto della protezione dai fulmini dovrebbe attenersi alla norma IEC 1024-1.

I rischi collegati alla scarica dei fulmini sono generalmente sottostimati quando si argomenta a proposito di conservazione degli audiovisivi, ma dovrebbe ricevere la dovuta attenzione quando si revisiona la sicurezza degli archivi o quando si progettano nuove costruzioni.

3.7.2.4.2 Altre scariche elettrostatiche (ESD o electrostatic discharges). Un materiale isolante si può caricare elettrostaticamente con l’energia statica. Per esempio, il corpo umano può caricarsi fino a 30 kV dopo aver camminato su un tappeto ben isolato, specialmente con un’umidità relativa molto bassa. Quando si toccano oggetti conduttori, la scarica avviene attraverso una piccola scintilla che crea un EMP molto breve, ma forte, che può danneggiare o addirittura distruggere i componenti elettronici sensibili: un’altra ragione, in aggiunta alla protezione dalla polvere, per cui bandire i tappeti dagli archivi di audiovisivi.

I dischi e i nastri magnetici caricati elettrostaticamente, prevalentemente quelli fatti in PVC, durante la riproduzione generano delle scariche elettrostatiche che diventano udibili come schiocchi, sia nel segnale audio in uscita dall’apparecchio, che a livello acustico nell’ambiente. Tali scariche non danneggiano i supporti, ma il fastidio e i difetti che provocano alla riproduzione devono essere evitati scaricando i supporti prima o durante la riproduzione.

3.7.2.4.3 EMP artificiali. Per la protezione degli audiovisivi, l’EMP artificiale più rilevante sarebbe quello prodotto da un’arma nucleare (NEMP). L’intensità del suo campo magnetico dipenderebbe da vari fattori (la forza della detonazione, la progettazione dell’arma, la quota dell’esplosione), probabilmente forte abbastanza da cancellare le registrazioni magnetiche non schermate, ma anche indirettamente pericolosa perché capace di distruggere hardware elettronici, installazioni elettriche e generare incendi provocati dall’alto voltaggio indotto nei conduttori metallici.

3.7.2.4.4 Protezione contro gli EMP. Sebbene, teoricamente, gli archivi di audiovisivi possano essere danneggiati considerevolmente dai NEMP, la possibilità che ciò accada è comunque molto bassa. Una protezione contro gli EMP per le apparecchiature e i supporti magnetici può essere fornita con l’utilizzo di una gabbia di Faraday e usando appropriati circuiti di protezione (separazione galvanica, limitatore di sovratensione) su tutte le linee di corrente. Edifici e singoli ambienti possono essere protetti coprendoli interamente da una rete metallica con messa a terra.

Generalmente, più alta è la frequenza delle radiazioni elettromagnetiche, più piccola deve essere la maglia della rete metallica. Poiché teoricamente lo spettro degli impulsi è indefinito, una schermatura efficace richiederà un pannello di metallo completamente sigillato, altamente conduttivo, per esempio di rame, che assicuri una buona messa a terra.

3.7.2.5 L’effetto copia (Print-through) è una copiatura accidentale del segnale che si crea quando un nastro è avvolto su se stesso. Il fenomeno avviene per una trasmissione irregolare di coercitività lungo le particelle di un dato nastro: mentre le particole ad alta coercitività resistono al riorientamento provocato dal campo magnetico di una superficie adiacente, una piccola percentuale di particelle a bassa coercitività è vulnerabile al riorientamento. L’effetto copia avviene immediatamente dopo la registrazione, al riavvolgimento della bobina, e aumenta logaritmicamente col tempo21. A parte la generale predisposizione di determinate superfici magnetiche, l’intensità dell’effetto copia dipende anche dallo spessore del nastro22. La temperatura aumenta vertiginosamente il fenomeno, che è anche favorito dalla presenza di un basso campo magnetico esterno.

Con il sistema internazionale di avvolgimento con l’ossido rivolto dalla parte del nucleo, l’effetto copia è più forte sulla parte esterna del nastro recante il segnale, che su quella interna.  Quando i nastri sono archiviati avvolti intorno alla bobina debitrice, l’anomalo pre-eco è più forte del meno fastidioso post-eco. Pertanto lo stoccaggio “avvolto in coda” ha ottenuto una vasta popolarità. Con il modello di stoccaggio tedesco con l’ossido orientato contrariamente al nucleo (B-wind) sono valide le affermazioni opposte.

Poiché l’effetto copia è provocato da particelle instabili a bassa coercitività, può essere eliminato in larghissima misura avvolgendo il nastro in modalità veloce diverse volte prima di riprodurlo. Ciò sfrutta gli effetti magnetoscrittivi sulle particelle a bassa coercitività23.

Per ridurre l’effetto copia per le successive riproduzioni, i nastri riprodotti dovrebbero essere portati a temperatura di immagazzinamento e poi riavvolti diverse volte per mantenere l’iniziale livello di effetto copia al minimo.

Bisogna ricordare che qualsiasi mancanza nel ridurre l’effetto copia prima della riproduzione trasferirà questo disturbo sulla nuova registrazione.


Figura 28: interferenze reciproche di spire magnetiche adiacenti


Figura 29: Pre- e post-eco


19. Misurazioni sistematiche di scaffalature metalliche hanno mostrato campi DC permanenti da 1 Oe. Sarebbe consigliabile quel livello come massimo ammissibile quando si ordinano scaffalature in acciaio, e misurarlo alla consegna.

20. In Austria, per esempio, i colpi di fulmine in media non superano i 30 kA. Comunque, i parafulmini sono indicati per sopportare una scarica da 60 kA.

21. Il suo aumento nella prima unità è lo stesso delle successive dieci e poi cento unità (o altre serie esponenziali).

22. A causa del suo rapporto lunghezza d’onda-spessore del nastro e a causa dell’ottimale percezione del segnale nella frequenza medio-bassa intorno ai 1000 Hz, i disturbi individuali dipendono dalla velocità di registrazione. Comunque, l’effetto copia è notevolmente più fastidioso a una registrazione di 38 cm/s su nastro standard che ad es. su cassetta analogica con la sua bassa velocità di 4.76 cm/s.

23. Per la maggior parte dei nastri, un effetto copia creato in 224 giorni può essere ridotto sotto il livello di 24 ore avvolgendo velocemente il nastro tre volte (Schüller 1980).

3.8 Pulizia dei supporti

Pulizia dei supporti 24. Allo scopo di evitare gli effetti descritti al punto 3.5, i supporti devono essere puliti per togliere tutti i corpi estranei, i residui e gli elementi del deterioramento chimico. Per principio tutti i supporti destinati a un archivio devono essere puliti prima di entrare nell’area di stoccaggio. Ciò è particolarmente importante sia per le collezioni sporche/polverose provenienti da zone climatiche aride, sia per supporti o intere collezioni colpite da funghi. Prima del trasferimento, i supporti devono essere controllati ancora per la presenza di polvere, sporcizia e altre materie estranee e devono essere puliti in modo appropriato.

Per tutti i supporti (con alcune eccezioni) dovrebbe essere osservato il seguente ordine di misure:

Pulizia ad aria compressa. È disponibile in bombole pressurizzate per un uso saltuario. Per un uso più frequente si dovrebbe provvedere con un piccolo compressore con filtro appropriato.

Rimozione meccanica delicata. Per i supporti meccanici, spazzole con setole più morbide del materiale da pulire dovrebbero essere disponibili per la rimozione attenta di corpi estranei leggeri. Per i nastri, si dovrebbero usare materiali morbidi che non lasciano residui, ad esempio in (Pellon) pile, che può anche essere montato nel percorso che segue il nastro. Per i nastri delle cassette, sono in commercio apparecchi di pulizia. Con i dischi ottici invece bisogna usare una grande attenzione, poiché la pulizia può provocare graffi irreparabili.

I dischi meccanici dovrebbero essere puliti con un movimento che segue il solco. I dischi ottici dovrebbero essere puliti con un movimento radiale o di traverso alla traccia del segnale.

Misure di sicurezza per la salute devono essere osservate quando si puliscono funghi da supporti infestati e dai loro contenitori. Tale pulizia deve essere eseguita in scarico chimico o sotto un aspiratore o all’aria aperta, e l’operatore deve indossare un dispositivo di protezione per l’apparato respiratorio.

Acqua distillata. Per la maggior parte dei supporti audio e video una breve esposizione all’acqua è permessa. L’eccezione riguarda qualche disco istantaneo fatto di gelatina, di cartone e in materiali simili solubili in acqua. Per migliorare il risultato del lavaggio si possono aggiungere agenti umidificanti. Sono in commercio macchine fatte apposta per lavare i dischi. È fondamentale che i dischi siano scrupolosamente asciugati dopo il contatto con l’acqua.

Solventi chimici. Il loro uso è l’ultimo stadio per pulire dai supporti quei residui resistenti ai metodi più delicati. Essi devono essere applicati solo dopo essersi informati presso fonti attendibili e da esperti. Poiché la composizione dei supporti, specie i nastri d’epoca e i dischi istantanei, è spesso sconosciuta e la loro reazione ai solventi imprevedibile, bisogna fare delle attente verifiche. È importante tener presente che reazioni inaspettate possono comparire in un secondo momento. Per la precisione, la rimozione dei sottoprodotti chimici del deterioramento materiale deve essere esaminata attentamente assieme a persone esperte in sostanze chimiche. L’uso di prodotti commerciali con ingredienti non dichiarati è proibito.


24. Questo paragrafo vale solo per i principi di base della pulizia dei supporti. Per i dettagli guardare le rispettive sezioni in IASA-TC04, capitolo 5.